Saltocchio lo jutificio e Tito Menichetti
Ci sono alcuni luoghi che frequentiamo abitualmente e dei quali spesso non conosciamo nemmeno la storia recente. E' questo il caso per tutti coloro che uscendo da Saltocchio si immettono sulla via del Brennero passando di fianco alla chiesa parrocchiale intitolata a S. Andrea. Tutti inevitabilmente attraversano il ponte di Tito Menichetti. Per capire chi era costui parleremo di un fatto accaduto nel marzo del 1921.
Ma andiamo per tappe, nel 1880, tra Saltocchio e Ponte a Moriano in località Torrette, sorse la fabbrica della juta (jutificio) e per il Balestrieri (colui che aveva dato vita allo stabilimento) trovare manodopera locale non fu facile, così la reclutò in altre province: Pisa, Firenze, Modena, Bologna, persino nel Veneto. Questo contribuì ad accrescere la coscenza politica degli abitanti della zona. Con l'aggiunta successiva del linificio e del canapificio, Ponte a Moriano divenne un centro industriale molto sviluppato, ovviamente per quell'epoca. Da qui le tradizioni socialiste grazie ad un maggiore sviluppo del movimento operaio.
Del fatto storico di cui vi parleremo abbiamo trovato traccia su un libro scritto da Liborio Guccione, giornalista e scrittore, "il gruppo valanga e la resistenza in Garfagnana", attraverso il racconto di un operaio dello stabilimento, certo Mario Ramacciotti.
Verso le ore 16 del 25 marzo 1921, arrivarono una decina di fascisti armati di moschetto in Borgata, dove c'era un Circolo ricreativo del lavoro. Entrarono e spaccarono tutto, poi devastarono la sede del sindacato tessile che si trovava lì vicino, e infine si piazzarono davanti la fabbrica. Cominciarono a sparare colpi di moschetto per impedire agli operai di uscire. Questi ultimi non si lasciarono intimorire e uscirono in massa mettendo in fuga i fascisti.
I fascisti erano venuti con un autobus e mentre i più erano andati a fare scorribande a Moriano e a Saltocchio, alcuni erano rimasti a fare la guardia al mezzo di trasporto. "Li menammo ben bene e distruggemmo l'autobus" racconta il Ramacciotti. In quello scontro fu ucciso un ufficiale fascista, certo Tito Menichetti, contro il quale aveva sprarato il ferroviere Giuseppe Neri.
Dal ponte di Tito Menichetti ci passiamo spesso, della sua storia ne abbiamo dato traccia. In quegli anni furono molti gli episodi di violenza perpretrata dai fascisti a danno di antifascisti e delle loro famiglie.
Ma andiamo per tappe, nel 1880, tra Saltocchio e Ponte a Moriano in località Torrette, sorse la fabbrica della juta (jutificio) e per il Balestrieri (colui che aveva dato vita allo stabilimento) trovare manodopera locale non fu facile, così la reclutò in altre province: Pisa, Firenze, Modena, Bologna, persino nel Veneto. Questo contribuì ad accrescere la coscenza politica degli abitanti della zona. Con l'aggiunta successiva del linificio e del canapificio, Ponte a Moriano divenne un centro industriale molto sviluppato, ovviamente per quell'epoca. Da qui le tradizioni socialiste grazie ad un maggiore sviluppo del movimento operaio.
Del fatto storico di cui vi parleremo abbiamo trovato traccia su un libro scritto da Liborio Guccione, giornalista e scrittore, "il gruppo valanga e la resistenza in Garfagnana", attraverso il racconto di un operaio dello stabilimento, certo Mario Ramacciotti.
Verso le ore 16 del 25 marzo 1921, arrivarono una decina di fascisti armati di moschetto in Borgata, dove c'era un Circolo ricreativo del lavoro. Entrarono e spaccarono tutto, poi devastarono la sede del sindacato tessile che si trovava lì vicino, e infine si piazzarono davanti la fabbrica. Cominciarono a sparare colpi di moschetto per impedire agli operai di uscire. Questi ultimi non si lasciarono intimorire e uscirono in massa mettendo in fuga i fascisti.
I fascisti erano venuti con un autobus e mentre i più erano andati a fare scorribande a Moriano e a Saltocchio, alcuni erano rimasti a fare la guardia al mezzo di trasporto. "Li menammo ben bene e distruggemmo l'autobus" racconta il Ramacciotti. In quello scontro fu ucciso un ufficiale fascista, certo Tito Menichetti, contro il quale aveva sprarato il ferroviere Giuseppe Neri.
Dal ponte di Tito Menichetti ci passiamo spesso, della sua storia ne abbiamo dato traccia. In quegli anni furono molti gli episodi di violenza perpretrata dai fascisti a danno di antifascisti e delle loro famiglie.
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