
Sant' Anselmo II di Lucca (o da Baggio) Vescovo
Il tempo in cui visse questo Santo è di quelli che rinfrescano i ricordi degli studi sui libri di scuola, con protagonisti che hanno lasciato il segno anche sul nostro territorio: il Papa (Gregorio VII) l'Imperatore (Enrico IV) e Matilde di Canossa.
Anselmo da Baggio o Anselmo II di Lucca (Milano, ca. 1035 – Mantova, 18 marzo 1086), di cui fu vescovo, viene ricordato, il 18 marzo a Mantova, a Lucca, a San Miniato e nell'Ordine benedettino.
Nipote di Alessandro II (al secolo Anselmo I da Baggio, già vescovo di Lucca e papa dal 1061 al 1073), venne creato cardinale dallo zio.
Eletto vescovo di Lucca nel 1073 (all'epoca della lotta per le investiture), inizialmente rifiutò la nomina per non ricevere dall'imperatore Enrico IV le regalie connesse al suo ufficio, ma accettò l'elezione il 29 settembre 1074: per il suo forte sostegno al movimento riformatore della Chiesa, nel 1081 venne esiliato dall'imperatore e si ritirò come monaco nell'abbazia di San Benedetto in Polirone, sotto la protezione della contessa Matilde di Canossa, della quale divenne consigliere spirituale; in seguito fu reintegrato nel suo ufficio da papa Gregorio VII.
I papi Vittore III e Urbano II lo scelsero come legato pontificio in Lombardia: Anselmo fissò la sua residenza a Mantova (sempre sotto la protezione di Matilde) e si dedicò al radicamento dei principi della riforma gregoriana , impegnandosi a contrastare l'antipapa Clemente III.
Alcuni momenti sono significativi nella vita del Patrono mantovano: i suoi rapporti con Matilde di Canossa, la sua intransigenza morale, la sua costante difesa del Papa contro l'Imperatore.
L'andata a Canossa in clamorosa umiltà di Enrico IV, scomunicato, per sottomettersi al Papa Gregorio VII, fu il frutto della attenta mediazione di Matilde. Questo singolare ed eccezionale personaggio storico femminile, difese in ogni modo il papa e sempre ne sostenne i diritti quale capo della Chiesa contro l'imperatore, e il Papa affidò Matilde di Canossa alla cura spirituale del vescovo di Lucca Anselmo. Questi le fu sempre garbato consigliere anche nelle vicende politiche del tempo e Matilde di Canossa fu al vescovo Anselmo così grata che lo accoglierà nell'esilio mantovano e gli sarà vicina in punto di morte.
Della vita del santo Anselmo II da Lucca va sottolineata la carica morale, il rifiuto dell'agiatezza, l'amore per la giustizia. Conformemente a tali principi e secondo le disposizioni papali egli si batté nella sua diocesi per la riforma dei costumi del clero. In ciò fu così intransigente che arrivò a pretendere, non senza riceverne astio e persino disobbedienza, che i canonici di Lucca vivessero in comunità insieme al loro vescovo.
Nella lotta poi fra Gregorio VII e l'antipapa Clemente III eletto dall'imperatore (che si era nel frattempo ripreso, per così dire, dalla cocente umiliazione) Sant'Anselmo si schierò con decisione dalla parte del legittimo Papa romano dal quale e per il quale fu incaricato di delicate missioni di "persuasione" in Germania e in Lombardia e proprio in Lombardia svolse poi il compito di legato permanente. Stabilitosi quindi a Mantova, possesso allora di Matilde, impegnò la città nell'opera di riforma e di sostegno del Papa tanto da fare della stessa un centro propulsore di vita religiosa per tutta la regione.
Il suo corpo, esumato alcuni secoli dopo, fu trovato integro, e tale rimane ancora oggi. Ogni anno nella ricorrenza della morte, viene tolta la copertura esterna dell'altare ed il corpo del santo è reso visibile.
Anselmo da Baggio o Anselmo II di Lucca (Milano, ca. 1035 – Mantova, 18 marzo 1086), di cui fu vescovo, viene ricordato, il 18 marzo a Mantova, a Lucca, a San Miniato e nell'Ordine benedettino.
Nipote di Alessandro II (al secolo Anselmo I da Baggio, già vescovo di Lucca e papa dal 1061 al 1073), venne creato cardinale dallo zio.
Eletto vescovo di Lucca nel 1073 (all'epoca della lotta per le investiture), inizialmente rifiutò la nomina per non ricevere dall'imperatore Enrico IV le regalie connesse al suo ufficio, ma accettò l'elezione il 29 settembre 1074: per il suo forte sostegno al movimento riformatore della Chiesa, nel 1081 venne esiliato dall'imperatore e si ritirò come monaco nell'abbazia di San Benedetto in Polirone, sotto la protezione della contessa Matilde di Canossa, della quale divenne consigliere spirituale; in seguito fu reintegrato nel suo ufficio da papa Gregorio VII.
I papi Vittore III e Urbano II lo scelsero come legato pontificio in Lombardia: Anselmo fissò la sua residenza a Mantova (sempre sotto la protezione di Matilde) e si dedicò al radicamento dei principi della riforma gregoriana , impegnandosi a contrastare l'antipapa Clemente III.
Alcuni momenti sono significativi nella vita del Patrono mantovano: i suoi rapporti con Matilde di Canossa, la sua intransigenza morale, la sua costante difesa del Papa contro l'Imperatore.
L'andata a Canossa in clamorosa umiltà di Enrico IV, scomunicato, per sottomettersi al Papa Gregorio VII, fu il frutto della attenta mediazione di Matilde. Questo singolare ed eccezionale personaggio storico femminile, difese in ogni modo il papa e sempre ne sostenne i diritti quale capo della Chiesa contro l'imperatore, e il Papa affidò Matilde di Canossa alla cura spirituale del vescovo di Lucca Anselmo. Questi le fu sempre garbato consigliere anche nelle vicende politiche del tempo e Matilde di Canossa fu al vescovo Anselmo così grata che lo accoglierà nell'esilio mantovano e gli sarà vicina in punto di morte.
Della vita del santo Anselmo II da Lucca va sottolineata la carica morale, il rifiuto dell'agiatezza, l'amore per la giustizia. Conformemente a tali principi e secondo le disposizioni papali egli si batté nella sua diocesi per la riforma dei costumi del clero. In ciò fu così intransigente che arrivò a pretendere, non senza riceverne astio e persino disobbedienza, che i canonici di Lucca vivessero in comunità insieme al loro vescovo.
Nella lotta poi fra Gregorio VII e l'antipapa Clemente III eletto dall'imperatore (che si era nel frattempo ripreso, per così dire, dalla cocente umiliazione) Sant'Anselmo si schierò con decisione dalla parte del legittimo Papa romano dal quale e per il quale fu incaricato di delicate missioni di "persuasione" in Germania e in Lombardia e proprio in Lombardia svolse poi il compito di legato permanente. Stabilitosi quindi a Mantova, possesso allora di Matilde, impegnò la città nell'opera di riforma e di sostegno del Papa tanto da fare della stessa un centro propulsore di vita religiosa per tutta la regione.
Il suo corpo, esumato alcuni secoli dopo, fu trovato integro, e tale rimane ancora oggi. Ogni anno nella ricorrenza della morte, viene tolta la copertura esterna dell'altare ed il corpo del santo è reso visibile.
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