Saltocchio - la Croce simbolo ricorrente
Dà il nome alla via principale di Saltocchio e rappresenta un'opera artigianale di pregevole fattura. Datare questa opera al cui basamento, era posta una lapide di cui purtroppo oggi si è perduta traccia, è fonte di ipotesi, indizi e analogie. Poichè altre tre Croci presenti in località vicine sono state innalzate a futura memoria e devota testimonianza di Sante Missioni predicate in paese (1850, 1945, 1957), è presumibile anche questa sia stata innalzata per tale motivazione, certo è che le ha precedute tutte. Da notizie e pubblicazioni si legge che per predicare le Sante Missioni nel 1665 era giunto un gesuita, Padre Paolo Segneri, celebre oratore di quei tempi, tanto che le testimonianze parlano di peccatori conclamati che uscivano di chiesa piangendo, e battendosi il petto. Così come in quell'anno (1665) fece scalpore a Borgo a Mozzano il Gesuita Predicatore Segneri, proveniente da Saltocchio, pensiamo che anche qui abbia toccato nel profondo l'animo dei fedeli tanto da indurli a ricordare l'evento, oltre trecento anni fa, con questa Croce.
Nel 1850 ne venne eretta un'altra, dove la via della Croce si innesta su via delle Ville. Un manufatto in legno e una lapide, fissata sul basamento dove si ricorda che l'Arcivescovo di Lucca concedeva 40 giorni di indulgenza a chi avesse devotamente recitato l'Atto di Contrizione.
Nel 1945, a guerra appena terminata, venne indetta per volontà del rettore don Giurlani una Missione, e fu eretta una Croce di ferro tra via Dinelli e via Genova. Dalla epigrafe si legge che l'onere e l'onore di predicare agli abitanti di Saltocchio fu dei Padri Cappuccini del convento di Monte S. Quirico.
Infine nel 1957, la quarta ed ultima Croce in ordine cronologico. Si trova nella zona della Madonna di Campo, dove la strada si biforca nelle direzioni di Tramonte e Palmata. I predicatori questa volta erano stati due Padri Passionisti del convento dell'Angelo, Padre Sisto e Padre Fausto. Anche questa in ferro, era stata forgiata nell'officina dello jutificio da fabbri e ferrai lavorando gratuitamente al termine dei turni.
Non possiamo dimenticare infine, la Croce del monumento ai Caduti di Saltocchio, che come in tanti paesi Italiani, fu eretta all'indomani della Prima Guerra mondiale, a pochi mesi di distanza da quel novembre 1918 che ne dichiarò la fine. All'interno del piccolo parco delle rimenbranze, davanti al cimitero del paese, infatti fu eretto un alto cippo marmoreo sopra un'ampia piattaforma quadrata, sormontato da una Croce. Intorno vi furono messi a dimora cipressi, e fu commissionata una ringhiera artistica all'artigiano Daniele Maraviglia, sui quattro lati del basamento furono incisi i nomi dei 27 giovani Caduti (tutti intorno ai venti anni): Mario Consani, Luigi Bernardini, Angelo Pucci, Giuseppe Paolinelli, Emanuele Micheletti, Giuseppe Picchi, Paolino Dinelli, Ottavio Luperi, Alfredo Scatena, Dario Bagnatori, Primo Ugoli, Sante Di Sacco, Pietro Laucci, Giulio Boffa, Nello Pucci, Vittorio Carignani, Giuseppe Vannini, Gaudenzio Pardini, Giovanni Turra, Giuseppe Andreuccetti, Giovanni Del Giallo, Nicola Dinelli, Demetrio Quilici, Alberto Carignani, Leone Dinelli, Carlo Torri, Italo Angeli. {rt}
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